San Siro il pallone dei campioni dagli anni ’70 ad oggi.
Raccontare una storia appassionante richiede tempo, tantissimo tempo e la storia del pallone San Siro è un racconto avvincente che fa sognare adulti, ragazzi e bambini. Un esempio di made in Italy, simbolo di un’Italia del riscatto, compagno di gioco per tutti i ragazzi che negli anni Settanta giocavano a pallone emulando i loro eroi con le maglie ufficiali. Sembra un film, all’epoca le piazze, i cortili, i prati erano affollati da ragazzi che giocavano interminabili partite di calcio. Su Topolino e il Corriere dei Piccoli le prime pubblicità San Siro il pallone dei campioni con le iconiche 24 sezioni bianche e 8 nere a formare gli esagoni, siamo negli anni Settanta e questo pallone è il più desiderato dagli italiani, oggi un oggetto amarcord che ritorna, i grandi amori non si scordano mai.
Un fedelissimo compagno di avventure calcistiche per centinaia di migliaia di adolescenti di allora che oggi riappare. San Siro è stato il precursore del pallone di qualità degli italiani, un modo per sentirsi un “numero 10” per un pomeriggio. Già ai tempi, San Siro il pallone dei campioni aveva una marcia in più rispetto agli altri, era temprato da gomma dura, aveva dimensioni regolamentari ed un peso considerevole (400 grammi circa): finalmente i più dotati potevano sbizzarrirsi in lanci calibrati e tiri d’effetto e i portieri non erano mortificati dalle bizze di un pallone che al minimo refolo di vento cambiava traiettoria.
A renderlo un fedele compagno di gioco era proprio quell’essere rigonfiabile; se si fosse bucato, evento assai improbabile, si riduceva di dimensioni, ma rimaneva comunque utilizzabile e permetteva così di continuare la partita. I primi campioni del passato si sono forgiati proprio così, nelle strade e nelle piazze, giocando assennatamente con un San Siro. Per un ragazzo nato verso la fine degli anni Sessanta non c’erano molti palloni (performanti e di qualità) escludendo quelli di cuoio destinati al gioco adulto, rimanevano solo quelli di gomma leggera, dal Super Tele al super Santos al San Siro, che con la sua sfericità perfetta (che ne facilitava il rimbalzo), traiettoria stabile, dimensioni e peso regolamentare e un prezzo di vendita a 3.500 lire nel 1975, era un vero affare a portata di tutti.
Dopo qualche anno, complici i mondiali di calcio trasmessi in mondovisione il calcio spopola, è lo sport nazionale. Un cambio epocale, il mondo del pallone amatoriale stava cambiando, ma i nuovi palloni non avevano però quel bagaglio di ricordi di un San Siro, di chi ha giocato a calcio con lui improvvisando partite infinite nelle piazze.
Momenti pazzeschi, chi li ha vissuti li porta nel cuore. San Siro era il sogno italiano, i bambini risparmiavano per acquistarne uno. Ed è grazie a questa forza emotiva che due imprenditori italiani, cresciuti anche loro giocando a pallone hanno deciso di ridare ossigeno a questa realtà magica. Hanno investito sulla ricerca lavorando su decine di prototipi, consultazioni e studi sui materiali per raggiungere l’obiettivo prefissato sin da subito; la qualità.
il nuovo San Siro del 2020 dovrà essere un campione di qualità.
Realizzato in PU di alta qualità termicamente saldato su una texture idonea ad offrire una presa eccellente, stabile, dalla livrea classica, il nuovo San Siro si presenta così nella sua veste migliore, bianco e nero. Senza compromessi. Non poteva essere altrimenti, la storia del pallone San Siro il pallone dei campioni, si rispecchia in un pallone dalle qualità superiori e siamo solo agli inizi della nuova storia..
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